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Leader non vuol dire avere leadership

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1…2…3… domanda brucia pelo. Quando pensi alla parola leadership cosa ti viene in mente? Probabilmente… non è detto sia così, starai pensando a parole come “guida”, “risultati”, “successo” e così via. Oppure stai pensando anche a situazioni in cui ti sei sentito fortissimo, davanti a te c’erano persone che applaudivano a un tuo discorso, oppure al tuo capo che ti ha fatto i complimenti, e ancora pensavi a te che davi istruzioni o le ricevevi.
Sono tante le parole o le situazioni che stai immaginando e tutte hanno sicuramente un senso e sono direttamente affini al significato di leadership (con alcune sostanziali differenze). Come per tutte le situazioni, come per tutte le scalate di carriera e per i successi, alla base c’è l’esperienza. Nessuno nasce leader (che poi non è nemmeno così bello dal mio punto di vista mettere delle etichette), nessuno nasce con una mole di dati infinita a disposizione, così come nessuno può pretendere di parlare senza conoscere il significato delle parole e le sue sillabe. Oggi ci sono tanti soggetti che puoi vedere sui vari social media, i quali ti annunciano di essere le persone giuste per te, che grazie ai loro insegnamenti ti faranno fare il grande salto, quel “Boom” tanto atteso, che per qualche strana congettura astrale non sei, fino a questo momento, riuscito a fare. Soprattutto tante persone vogliono insegnarti a essere un leader basandosi esclusivamente su teniche. E qui mi sorgono due domande… sei leader di te stesso? Sono le tecniche a servire, intese come devo comportarmi in un certo modo? Sono perfettamente d’accordo che oltre alla vita di tutti i giorni, quella che ti fa sorridere o ti prende a cazzotti, sia necessario studiare, affinare tecniche, fare esercizio (anche fisico), per accelerare quel processo di crescita “personale” a cui ogni persona nella propria esistenza dovrebbe aspirare. Sono fermamente convinto anche del fatto che la vera leadership proviene da esperienze che hai più o meno fortuna di vivere nella tua vita. Allora mi chiedo…la leadership è il risultato di un giusto equilibrio tra esperienza di vita e tecniche applicate? Mmm…secondo c’è qualcosa in più. Di recente ho letto un bellissimo articolo su Harvard Business Review e tanto per cambiare, si parlava di questa benedetta leadership, ma finalmente da un punto di vista diverso, prendendo spunto dalla terribile pandemia che ci affligge. Il leader di oggi (8 su 10 dai), pensa a come ripianare le perdite, recuperare il fatturato. Guarda le persone come parte integrante di un team, quasi inconsapevole del fatto che siamo usciti (per modo di dire) da poco da un periodo che ci ha visti rinchiusi è costretti finalmente a scoprire noi stessi. Gli 8 su 10 sono persone in gamba eh, non dico il contrario. Ci sono però quei due su dieci che fanno la differenza. Questo non perché siano più intelligenti sia ben chiaro, ma perché hanno approfondito aspetti che nessuna tecnica che i millantatori possono insegnarti. La categoria d’élite per così dire, ascolta, pensa a quali sono le esigenze delle persone che coordina, e sulla base di ciò adotta il tipo di intervento da fare cucendolo su quella persona. Per rendere meglio l’idea puoi pensare a quando entri in un negozio perché hai bisogno di un abito. Non hai idea del taglio, del colore, degli abbinamenti…poi Tac! Ne vedi uno e dici a te stesso “prendo questo mi piace”. Hai fatto esperienza e quell’esperienza poi ti fa pensare “mmm però non mi piace tanto, avrei dovuto chiedere consiglio”. La prossima volta, forse, anche solo per toglierti uno sfizio, andrai in una sartoria dove ci sarà il tuo (due su dieci) che ti cucirà l’abito addosso avendo pensato e ascoltato te. Queste menti eccelse sono quelle che ti chiedono “come stai”, “cosa posso fare per te oggi”. Sono quelle persone che anche e soprattutto a fronte del periodo che stiamo attraversando, hanno capito che le persone che lavorano in un’azienda non hanno bisogno tutte dello stesso supporto. Sono quelle persone disposte a prendere 10 minuti del loro tempo per sedersi insieme a te, prendere un caffè, magari abbracciarti se hai subito un trauma o se hai vinto una sfida. Non si può prescindere dall’aspetto umano della leadership e non solo in termini di “capacità di coinvolgere”. Il vero leader quindi, è colui che si sforza di trovare un significato del perché sei lì, del perché sei felice o triste di fare il lavoro che fai, che ti aiuta a trovare il significato del perché ti senti in un modo o vivi un certo stato d’animo dopo un evento o trauma. Il leader non è colui che traina, ma colui che abbracciato agli altri al centro del gruppo ci cammina insieme, come quando la squadra di calcio a fine partita esulta sotto il pubblico correndo e saltando verso gli spalti… Avete presente no? Certo, solo la vita non basta a insegnarti questo, ci vogliono errori e nuovi tentativi. Non sempre riceverai in cambio quello che ti aspetti o quello che hai voluto trasmettere. Chiudo quindi col chiederti…quanti leader hai in azienda? Cosa fanno? Come si comportano? Che sintonia hai con loro? L’atmosfera è rilassata in azienda? Se all’inizio dell’articolo hai risposto alle domanda o ti sei immedesimato in delle situazioni, e giungendo alla fine ti sono venute in mente cose che potrebbero funzionare meglio allora perché non conoscerci? Scrivici…é un’opportunità. Non aggiungo altro! A presto. Gianluca
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