Cari lettori ben ritrovati.Proprio questa sera pensavo che, da quando ho iniziato a scrivere su questo blog, il tempo scorre come una macchina perfetta. Non ci sono pause o intoppi, sebbene intorno a noi, alcune volte, abbiamo la percezione che tutto rallenti o acceleri. Il tempo scorre e va per la sua strada. Di certo, una cosa l’ho capita. Da quando ho iniziato a scrivere con regolarità sono passate 6 intere settimane.
Buona parte di quanto affermato precedentemente lo devo a voi. Per chi scrive, il lettore è come un bene primario di cui non si può fare a meno.
Affermo anche che quanto scrivo è frutto di quanto leggo, vedo e capisco. Per questa ragione, sempre di più, ho compreso che il nostro cervello è una creazione meravigliosa, non so di chi, ma il genio che l’ha creata ha fatto un ottimo lavoro…e con le migliori intenzioni, affinché il nostro organo operasse altrettanto.
Nella mia giovane vita da coach, non mi sono mai limitato, con chi me ne ha dato la possibilità, a svolgere il classico compito determinato da una partnership coach coachee, bensì sono sempre andato maggiormente in profondità. Per tale motivo, come scrive una persona che stimo, le domande giuste sono importanti, e altrettanto vero è che le “Parole sono importanti, e con esse puoi raggiungere ciò che vuoi e portare le persone nella direzione da te desiderata”…chiaramente con le buone intenzioni e l’obiettivo di far trovare risposte alle persone che con te si confidano, o semplicemente….parlano.
Quanto di quel potere che il nostro cervello ci mette a disposizione usiamo, quando abbiamo un interlocutore davanti e ci parliamo?
Comprendo bene che la domanda possa essere di facile incomprensione e proprio perché voglio che tu sia preparato quando una persona ti parli di una questione delicata, di un travaglio personale, di un blocco dal punto di vista professionale oppure ti faccia una domanda, allora ti do qualche input che potresti trovare congeniale alle situazioni a cui andrai incontro.
Perché dimenticavo…questi input potrebbero anche esserti utili, quando vuoi convincere qualcuno di qualcosa, o per difenderti quando chi hai di fronte, vuole convincerti per ciò che gli torna comodo.
Voglio rendere semplice il post, nessuna spiegazione troppa tecnica. Pertanto facciamo così, indipendentemente dalla situazione in cui ti trovi, segnati quanto ti dico perché potrebbe tornarti estremamente utile, oppure perché no, migliorare qualcosa che in realtà già fai, oppure perché no, far prendere coscienza che magari già fai qualcosa di cui però non ti accorgi e quindi non ne hai il pieno controllo.
Ebbene sì, perché si parte dal presupposto che controllando le variabili e le parole che utilizzi, puoi avere il controllo della situazione. Vera anche la citazione di una persona che stimo, che le situazioni o le controlli o le subisci.
Quindi? Dopo tutto questo cappello infinito? Cosa facciamo?…mi chiederebbe la persona che ho davanti!!!!….io risponderei “andiamo avanti”.
Quando parli con una persona prima di tutto connettiti con il tuo corpo, perché altrimenti le tue parole escono da un vegetale, senza connessioni con il tuo cervello e con le altre parti del tuo corpo. Ricordati che prima di dare una risposta, puoi sempre prenderti quei secondi utili per formulare un pensiero nel modo più utile ed efficace possibile. Respira, isolati e sentì le tue mani, le tue gambe, i battiti cardiaci.
Studia l’ambiente in cui ti trovi, come sono fatti i mobili che ti circondano, che forme hanno e di che materiale sono fatti? Caldo legno? Freddo metallo? Hanno forme basse e orizzontali oppure alte e e verticali?
Cogli i vari aspetti dell’ambiente in cui ti trovi, quindi bada anche ai colori che ti circondano. Non lo sapevo, ma il rosso per esempio fa aumentare il battito cardiaco dell’altro e quindi in base al contesto e alle parole che usi potresti suscitare nell’altro delle emozioni quindi dei pensieri, quindi dei comportamenti.
Comprendi l’architettura mentale della persona che parla di fronte a te. Utilizza un linguaggio fatto di metafore? Evitando se possibile di ricalcare. Esempio che ho portato a casa con grande piacere (se ti trovi a conversare davanti a una persona, seduti e con in mezzo un tavolo trasparente, nel parlare usa delle metafore che trasmettano solidità e non fragilità o che richiamino il vetro).
Quando ho sentito questa frase ho pensato “che figata”
In ultimo osserva i gesti che la persona fa. Per esempio il tuo interlocutore traccia percorsi immaginari con i gesti? Allora utilizza delle parole e delle metafore che richiamino un “viaggio”, “bivio” o “strada”. Sicuramente ti presterà molta più attenzione.
Ho appena finito un libro meraviglioso al quale devo tanto per la creazione di questo post. Ne ho cominciato un altro che parla di argomentazioni simili.
Il cervello è un organo che merita di essere messo in gioco sempre, quando dobbiamo concentrarci sui di noi e sugli altri, quando dobbiamo osservare, perché è vero, bisogna osservare, cogliere oltre l’essenza delle cose, degli oggetti.
Scommetto che se vi chiedo di ricordare di cosa era fatto il bracciale di una persona 1 minuto dopo averla salutata, non ve lo ricordate. Eppure quel dettaglio potrebbe dire molto sulla sua personalità.
Osserviamo, rendiamo uniche tutte le situazioni che viviamo, perché è vero ci sono milioni di variabili che ci circondano. A parole è tutto molto semplice e se non ci alleniamo come facciamo a capire se queste variabili riusciamo a controllarle oppure no.
Sia ben chiaro, non voglio che si diventi dei maniaci del controllo. Benché possa tornare utile, alle volte è bello anche farsi trascinare dagli eventi e dalle situazioni, dipende quali sono.
Quello che voglio dirvi è di tenere sempre in allenamento il cervello, leggendo, studiando, osservando il mondo e le persone che ci circondano. Non è necessario diventiate dei profiler linguistico comportamentali, l’importante è che viviate ogni momento al massimo.
Ricorda che quando parli a una persona non parli solo a un cervello, bensì a tre, ma questo lo vediamo nel prossimo episodio.
Il nostro cervello? È un optional
Vi abbraccio
Gianluca