sono passate due settimane dall’ultimo post. Sono state settimane di lavoro intenso e di letture arricchenti per la mente. Il tempo vola e stiamo arrivando alla fine di un periodo di resistenza, coraggio e pazienza.
Ultimamente mi è capitato di ragionare sul concetto di consapevolezza, quella parola dai mille volti e significati, tanto importante per noi e per quello che facciamo, nel lavoro e nella vita quotidiana.
Così ho pensato “perché non scrivere un breve punto di vista personale sull’argomento?”…ed eccomi qui.
Ora per parlare di consapevolezza, dal mio punto di vista possiamo partire ponendoci due domande:
IN CHE MODO PARLATE A VOI STESSI?
IN CHE MODO PARLATE RISEPETTO ALLA REALTA’ CHE VI CIRCONDA?
Quanto sto per scrivervi è una mia libera interpretazione corredata da brevi teorie scientificamente provate poi, sull’argomento. Prendete quindi, queste parole con uno spirito costruttivo, di suggerimento perché è così che permettiamo a noi stessi di crescere e di guardare il mondo con punti di vista diversi.
Per come la vedo io, quando parliamo di consapevolezza dobbiamo necessariamente considerare noi stessi e il mondo che ci circonda. Vi ricordo che siamo parte di un ecosistema a seconda degli ambienti che consideriamo. Anche il corpo umano è un ecosistema, meravigliosamente complesso e al tempo stesso semplice. Vero è che la consapevolezza suona molto bene come concetto astratto, vero anche che è un concetto altamente concreto, perché questa guida e trasforma il modo in cui pensiamo, agiamo e realizziamo risultati.
Parto dalla consapevolezza del mondo che ci circonda e la interpreto come come la realtà che noi siamo abituati a vedere, quella realtà che costruiamo grazie alle nostre esperienze ma soprattutto grazie a quello che la nostra famiglia ci ha insegnato e le nostre esperienze ci hanno permesso di vivere.
“Vi è mai capitato che qualcuno con cui avete parlato vi accendeste la tanto famosa lampadina? Ecco, secondo me quella persona vi ha fatto cambiare sia la consapevolezza interna, ma soprattutto quella verso il mondo di cui fate parte?”.
Quante volte questo vi è capitato? In che modo?
Seppure due tipi di consapevolezza separati (quella di noi stessi e quella del mondo esterno) sono profondamente uniti. Ebbene si perché quando qualcuno ci rende consapevoli di qualcosa noi attiviamo i nostri programmi mentali per ricercare informazioni oppure per poi ribattere con quello che vediamo e con ciò che pensiamo. Però siamo consapevoli che quella persona ci ha detto qualcosa o fatto vedere qualcosa, che però noi non abbiamo fatto direttamente o provato sulla nostra pelle affinché diventasse un nostro programma mentale (magari diverso o più Ampio).
Qui mi collego all’altra sfera della consapevolezza, quella che abbiamo di noi stessi in larga parte determinata dalle convinzioni, dai programmi mentali che il nostro cervello ha.
E’ influenzata da cosa ci hanno insegnato, da cosa ci dicono e da COME NOI PARLIAMO A NOI STESSI. Quest’ultimo aspetto secondo me è il più importante. Si perché è quello che più di ogni altro aspetto permette di far crescere la nostra consapevolezza, oppure farcela abbassare.
Comunicare a noi stessi in modo educato, convincente, motivante può aumentare la nostra consapevolezza. Che parole utilizziamo verso noi stessi? Come parliamo a noi stessi? Cosa pensiamo delle nostre capacità e del percorso che abbiamo fatto fino ad ora? Che obiettivi di vita abbiamo? Quale è la mia SITUAZIONE DESIDERATA?
E’ importante parlare a se stessi in modo positivo, e importante gestire il proprio stato d’animo, è importante il modo in cui siamo programmati a pensare.
In che modo ti sentiresti se qualcuno ti dicesse in continuazione che non sei capace di fare qualcosa?
1) Probabilmente cominceresti a pensare che non sei capace! 2) Poi quel pensiero diventa parola e cominci a dirti che non sei capace a voce alta! 3) Poi lo ripeti e alla fine quella frase diventa un tuo programma mentale…
…che ha come risultato peggiore la tua nuova creazione, ossia NON SONO CAPACE A FAR NIENTE.
Quindi ciò che inizialmente era parola detta da altri, diventa pensiero nella tua testa, diventa voce e si trasforma di nuovo in pensiero sotto forma di CONVINZIONE LIMITANTE, abbassando la tua consapevolezza anche se in realtà sei capace a fare tutto ciò che vuoi.
Quante volte ti è successo di provare e riprovare e di non riuscire? Il mio consiglio è prova ancora una volta, maturando la consapevolezza che fino ad ora hai ricevuto un certo feedback da quello che facevi e che quindi puoi riceverne un altro migliore, quello che ti porterà a dire “SI sono consapevole di avercela fatta”.
Ricorda sempre che noi siamo il risultato di quello che Pensiamo, quello che decidiamo e delle azioni che compiamo. E solo tu puoi cambiare il prodotto di tutto questo se il tuo stato attuale non ti piace.
Vi abbraccio
Gianluca